martedì 3 febbraio 2015

Direzioni diverse


Blackrock
gennaio del 2517
casa Benjamin


La soffitta è piena di ragnatele e vecchi abiti impregnati di polvere, le assi di legno reggo il peso di Thomas con una rivoltella carica sulla faccia di Nina. Da quando ha saputo che lavora per uno skyplex non ha smesso di braccarla, costringengola tra il muro e il suo petto, teso negli spasmi di un respiro irregolare e feroce da belva ferita. Prenderla a pugni e incrinarle tre costole non gli ha mai regalato il sollievo sperato.

- I love you more than you'll ever know
E' il cuore di Nina che spinge tra le labbra un filo di fiato precipitoso, intrecciato ai batiti lenti di un cuore che collassa. Le ginocchia le tremano. Thomas chiude gli occhi e si sente investire da una rabbia impotente che gli strappa a morsi la lucidità; con la canna della pistola le accarezza la frangetta un attimo prima che il calcio le spacchi in due il sorriso e la voce in una colata bollente di sangue.

- Dopo tutto quello che abbiamo passato ti vai a svenderti come una puttana su Hall Point, mentre noi ci facciamo ammazzare tu cucini droga per una puttana corer. Ti ho salvato tante di quelle volte che ho perso il conto. Ho creduto in tutte le tue stronzate anche quando nessuno lo avrebbe fatto, e adesso neanche ti vergogni a ritornare su Blackrock per dirmi che sei un'infame

Le dita di Benjamin scivolano contro la gola di Nina. Stringe sempre più forte senza rendersi conto, perdendo il fiato anche lui. La vede contorcesi e provare a scivolare verso il basso, con le unghie aggrappate al suo braccio e gli occhi spalancati, colmi di lacrime. Non riesce a lasciarla, forse perchè non ha mai sentito il suo cuore così vicino come adesso. Non lo ha mai sentito impazzire neanche quando scopavano.

- Non tornare più, qui non sei la benvenuta

Nina non riesce a muovere la bocca ne a toccare il pavimento con i piedi. I polmoni sono vuoti e il petto rallenta la sua agonia annientando la voglia di lottare per la sopravvivenza. La voce ringhiata tra i denti non è neanche capace di sentirla più, è un suono sfocato che si perde nello sguardo vuoto e sempre più assente, dilatato come un mare buio e nerissimo pronto a ingoiare ogni cosa anche la sua stessa anima. Thomas ha il braccio pieno di graffi. Sono quelle stupidissime tracce rosse sulla pelle a spaventarlo, a fargli recuperare il buon senso. La lascia. Si scosta di colpo in uno strattone delle spalle e assiste al crollo silenzioso di Twain con lo stomaco a pezzi e un peso invisibile sul petto. I vetri della soffitta vengono frustati da una tormenta di sabbia che rende il cielo una nube impenetrabile, Thomas si inginocchia, lascia andare la pistola invischiata di sangue e si siede a terra trascinando per le braccia Nina. La raccoglie come ha fatto mille volte, le pulisce il muso con una passata ruvida del palmo e crolla disteso con lei addosso.

Ogni secondo che ci spende insieme lo passa ad odiarla, perchè sa che Twain non ha fiato abbastanza per stare dietro alla sua vita, sa che si sbriciolerebbe come sabbia. Ha provato a renderla più forte, ha provato a farla diventare un soldato ma alla fine è riuscito solo a intossicarle le vene di switch.
Di tutto il loro armore non ne rimane che un ago e un paio di lividi


la vita ci spinge verso direzioni diverse
non te la prendere
non te la prendere, almeno una volta

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